YOGA ABC - Yoga and the Body * Lo Yoga e il Corpo (eng-ita)
It is common in Western culture to think that Yoga means "gymnastics, stretching and flexibility".
Very often, I have beginner students asking me if they will be able to take one of the classes I teach, even if they are so elastic or not having practised muscle stretching lately.
Let's dispel a myth: Yoga doesn't have so much to do with flexibility as with stability.
Becoming more flexible, stretching, strengthening and relaxing the deep muscle fascias and myofascial muscles is a (generally positive) side effect.
What the body communicates to the mind through the performance of the Asanas, (positions), is a sense of stability, control and the ability to slow down and perform PRESENCE, rather than POWER.
A stable body and a quiet mind are the basis for you to really start practising Yoga, and that is, Meditation.
The basics.
However, no skyscraper is indeed built on unstable foundations; the same applies to the experience of connection and growth of the higher self.
We cannot expect to reach the top of the mountain as experienced climbers without having learned to walk first.
In this sense, the relationship between Yoga and the physical body is profound.
Generally, during the first years of practice, the body undergoes the most impactful transformation: it adapts to perform and support positions that are not always natural and that have the primary purpose of touching, strengthening and unlocking a whole series of energy points (marma), located in it.
Also, to massage the internal organs and finally help us move subtle energy along the spine.
The Marmas are real intersections. The most common and well-known are the primary Chakras (wheels), but we actually have 108 in total.
The Asanas or positions are divided into 6 categories.
Each category has a specific physical and energetic target, which pairs particular breathing techniques, which in turn acts on the sympathetic or parasympathetic nervous system, depending on the reason for which we practice and the Meditation around which the class is created.
The practitioner often begins this path completely unconsciously but recognizes the physical benefits after a short time thanks to the sensations.
Sensations are the language through which the body speaks to us: even when an asana moves something that brings out a "negative" feeling (sadness, discomfort or sense of inadequacy), the hormonal release and consequent emotional response, will ensure that whatever it was "Blocked", starts to flow again.
I often teach Restorative Hatha Yoga classes, in which I can observe emotional reactions such as crying, as a result of a specific position held long enough for the nervous system to relax and the mind to settle down.
In Restorative, the positions performed are mainly on the ground, with the help of props (blanket, pillows, straps, blocks), to remain motionless between 3 and 5 minutes.
After about the second minute that we stop moving (without indulging the mind's desire to escape the present moment) and focus on observing just the breath, something begins to happen.
The deep tissues that surround muscles, veins etc., called my fascial tissues, are stimulated: inside them, although they are very thin and dry, we find a large amount of information connected to the subconscious mind.
Memories, traumas, dreams, desires, images.
The release of impulses from the fasciae that reverberates through the nervous system in sensory perception then becomes an emotion (whether positive or negative), which is finally free to bring something or someone to our attention.
Asana and Pranayama (breathing techniques) are the first two steps of a complex, ancient, scientific, and magical integrated system that is Traditional Yoga, but they are much more.
They represent the foundations, the foundations of the most essential language we can ever learn: the language that allows us to communicate openly with our body, to heal, feel, respond and ask ourselves not what we want, but what is best for us.
Over time and with practice, the body itself will no longer be enough just movement: the body and its wisdom will ask us to set out to find out more, to get to know each other more, to deepen that conversation through study and practice of Meditation and energy channelling (Kryia, Mudra, Bhandas, Mantra).
This dialogue, challenge, this process of deconstruction and reconstruction, leads us to the possibility of going beyond fear, of overcoming pain in everyday life and eventually to remember something we already knew but could not reach just by looking outside.
We remember that we are not here to suffer.
The body becomes the Guru temple, where the Guru, the teacher, the only real teacher we need in the end, lives within us.
E’ comune nella cultura occidentale, il pensiero che Yoga significa “ginnastica, stretching e flessibilità”.
Molto spesso mi viene chiesto dal principiante, se sarà in grado di sostenere una delle classi che insegno, pur essendo poco elastico o non avendo praticato sufficiente allungamento muscolare.
Sfatiamo un mito: lo Yoga non ha tanto a che fare con la flessibilità, quanto con la stabilità.
Diventare più flessibili, allungare, rinforzare e rilassare le fasce muscolari profonde e le mio- fascia, è un effetto collaterale (generalmente positivo).
Quello che il corpo comunica alla mente attraverso la performance delle Asana, (posizioni), è un senso di stabilità, controllo e capacità di rallentare e preformare PRESENZA, anziché POTENZA.
Un corpo stabile ed una mente quieta sono le basi per poter iniziare a praticare davvero Yoga e cioè, Meditazione.
Le basi.
E’ però vero che nessun grattacielo degno di questo nome è costruito su fondamenta non solide; lo stesso vale per l’esperienza di connessione e crescita del Se’ superiore.
Non possiamo pretendere di raggiungere la cima della montagna come degli scalatori esperti senza aver imparato a camminare prima.
In questo senso, la relazione tra Yoga e Corpo fisico è profonda.
Durante i primi anni di pratica, il corpo subisce la trasformazione più impattante: si adatta a performare e sostenere posizioni non sempre naturali che hanno lo scopo primario di toccare, rafforzare e sbloccare tutta una serie di punti energetici (marma), dislocati in esso, massaggiare gli organi interni e infine aiutarci a muovere energia sottile lungo la spina dorsale.
I Marma sono vere e proprie intersezioni. I più comuni e noti sono i Chakra (ruote) primarie, ma in totale ne abbiamo 108.
Le Asana o posizioni, i suddividono in 6 categorie.
Ogni categoria ha uno specifico target fisico ed energetico, che si accompagna ad un tipo di respirazione che a sua volta agisce sul sistema nervoso simpatico o parasimpatico, a seconda del motivo per cui pratichiamo e della meditazione attorno alla quale è creata la classe.
Il praticante inizia spesso questo percorso in modo del tutto inconsapevole ma riconosce i benefici fisici dopo pochissimo grazie alle sensazioni.
Le sensazioni sono il linguaggio attraverso cui il corpo ci parla: anche quando un asana smuove qualcosa che fa affiorare una sensazione “negativa” (fastidio, discomfort o senso di inadeguatezza), il rilascio ormonale e conseguente risposta emotiva, faranno si che qualunque cosa fosse “bloccato”, ricominci a fluire.
Mi capita spesso di insegnare classi di Hatha Yoga Restorative, in cui posso osservare reazioni emotive quali il pianto, in conseguenza di una specifica posizione mantenuta abbastanza a lungo da permettere al sistema nervoso di rilassarsi e alla mente di acquietarsi.
In Restorative, le posizioni eseguite sono prevalentemente a terra, con l’ausilio di props (coperta, cuscini, straps, blocchi), in modo da rimanere immobili tra i 3 ed i 5 minuti.
Dopo circa il secondo minuto in cui smettiamo di muoverci (senza assecondare il desiderio della mente di sfuggire il momento presente) e ci concentriamo sulla osservazione del semplice respiro, qualcosa inizia ad accadere.
I tessuti profondi che avvolgono muscoli vene etc, chiamati tessuti mio fasciali, vengono stimolati: al loro interno, pur essendo sottilissimi e secchi, troviamo una grande quantità di informazioni collegate alla parte della mente subconscia.
Memorie, traumi, sogni, desideri, ricordi dimenticati, immagini.
Il rilascio di impulsi dalle fasce che si riverbera attraverso il sistema nervoso in percezione sensoriale, diventa poi un emozione (positiva o negativa che sia), che finalmente è libera di portare alla nostra attenzione qualcosa o qualcuno.
Asana e Pranayama (tecniche di respirazione), sono i primi due gradini di un sistema integrato complesso, antico, scientifico e allo stesso tempo magico che è lo Yoga Tradizionale, ma sono molto di più.
Essi rappresentano le basi, le fondamenta del linguaggio più importante che possiamo mai apprendere: il linguaggio che ci permette di comunicare apertamente con il nostro corpo, di curarci, sentirci, risponderci e chiederci non cosa vogliamo, ma cosa è meglio per noi.
Col tempo e con a pratica, al corpo stesso non basterà più il solo movimento: il corpo e la sua saggezza ci chiederà di mettersi in cammino per saperne di più, per conoscere e conoscerci di più, per approfondire quella conversazione attraverso lo studio e la pratica della meditazione e della canalizzazione energetica (Kryia, Mudra, Bhandas, Mantra).
Questo dialogo, sfida, questo processo di destrutturazione e ricostruzione, ci conduce verso la possibilità di andare oltre la paura, di superare il dolore nella vita di tutti i giorni e di ricordare qualcosa che sapevamo già ma che non riuscivamo a ricordare cercando all esterno.
Ci ricordiamo che non siamo qui per soffrire.
Il corpo diventa il tempio del maestro, dove il maestro, l’unico vero maestro di cui abbiamo bisogno alla fine, vive dentro di noi.