°MOVING INSIDE OUT ° Italiano/English - WRITING SERIE

“Ti prego, di avere pazienza con tutto ciò che non è stato risolto nel tuo cuore e di provare ad amare le domande stesse come se fossero stanze chiuse a chiave o libri scritti in una  lingua straniera molto antica. Non cercare le risposte, che non ti potrebbero essere date ora, perché non saresti in grado di viverle. E il punto è vivere tutto. Vivi le domande ora. Forse allora, un giorno lontano, in futuro, gradualmente, senza nemmeno accorgertene, starai camminando la via della risposta. " - Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta

C’era un giorno di pioggia, e quel giorno c’era una giovane donna che camminava sulle strade bagnate della sua città.

Guardava molto in basso, quella giovane donna, non lo sapeva, ma stava cercano connessione e radicamento dopo essersi sdradicata ancora una volta, come una quercia spazzata via dal tornado.

Quella terra poteva essere una come tutte, perché lei aveva viaggiato e a quel tempo ancora non sapeva che avrebbe vissuto in molto posti e messo molte radici, nel mare, sulle montagne, su un isola fantastica, nella giungla, lontano, cosi lontano da fare il giro e tornare indietro.

Mi ricordo di quella giovane donna e ora che la osservo più da vicino mi accorgo di averla conosciuta da sempre. 

Lei non era ancora pronta per conoscermi, per ascoltare. 

Per ascoltarsi.

Ma lo sarebbe stata.

Oggi che mi muovo ancora, ma mai più “per sempre” e che sto imparando il senso di essere a casa dentro noi stessi, ricordarmi di quella giovane donna, non sembra casuale.

Oggi che il mondo sceglie di non riconoscere la grande opportunità di coesione e stabilità che le difficoltà ci mettono di fronte, trovo necessario tornare indietro, tornare dentro, ricordare chi eravamo e poter apprezzare quanta strada abbiamo fatto.

Quella giovane donna e quella bambina, di 8 anni fa, merita di essere vista, ascoltata, consolata: la donna di oggi, merita di essere vista, ascoltata, elogiata.

Su quella giovane donna, sui suoi sabotaggi, sulla sua sensibilità ed autenticità, ho costruito le basi per la persona che sono oggi.

Non è nostro compito nutrire i dolori o i sogni delle persone che eravamo nel passato con energie di cui abbiamo bisogno nel presente: ma è necessario saperle vedere, onorare.

La Tradizione Yoga ci insegna che Meditare è lo spazio in cui riconnettere tutti i pezzi, su di un piano che va al di la del nostro passato, presente o futuro. 

Ci insegna a raggiungere quello spazio senza tempo dove poter distinguere tra le risposte alle domande che non avevamo prima e di cui oggi siamo la manifestazione vivente, e quelle  risposte che invece, ancora devono arrivare.

Semplicemente per alcune cose , non è il momento giusto per sapere. 

Ma è il momento per continuare a meditare. 

Firenze, Febbraio 2012

Quando riesci finalmente a sentirti a casa visitando l’ennesimo appartamento nella lista, anche se non c’è ancora niente di tuo e fa un freddo artico essendo il riscaldamento spento da un pò, per un attimo prezioso  tiri IL sospiro di sollievo.

Un momento catartico in cui percepisci semplicità, leggerezza, un allineamento cosmico, come se questo istante stesse solo aspettando di essere trovato, ricordato.

Ed è bene goderselo perché dopo 5 minuti la mente inizia a spaziare tra pensieri quali "cosa porto e cosa no, cosa tolgo e cosa no, quanti scatoloni saranno, che fatica immensa, la disdetta delle bollette, le nuove utenze, gli aumenti di costo che incideranno, ma ci sarà davvero più spazio rispetto a dove sto ora.... mi troverò bene come sto ora? Lo voglio davvero? E perché voglio cambiare?” .... 

Ed eccolo li. Perche cambiare?

Lo sai che se sono mesi che prepari scatole, mesi che visiti case, mesi che dormi sopra le coperte, è perché quella persona piu saggia ed eterna dentro di te ti sta dicendo che è ora di ricominciare a vivere. . 

Ma per riprendere a vivere è necessario affrontare la vera ragione per cui ancora non hai lasciato un posto che ami ma che non è piu sano: smontare casa significa smontare tutti i pezzi di ciò a cui eri abituato. Compreso le relazioni..."staccare le televisioni, riporre i cavi, i decoder, il blu ray, l'impianto dolby, il server apple wifi…… rimandargli indietro tutti gli oggetti tecnologici che hanno segnato la sua presenza li." 

Andava così fiero del livello di tecnologia che aveva contribuito a creare da quando si era trasferito, come se per la prima volta fuori dal nucleo familiare, avesse trovato attraverso quello, il suo ruolo in quella casa. 

Prima tua. Poi vostra.

Non è solo  questione di avere un ruolo nella coppia; si tratta di uno spazio fisico che non gli era appartenuto fino a quel momento, ma in cui aveva saputo entrare apportando un valore aggiunto...costruendo. 

Gli uomini da questo punto di vista sono molto pragmatici.

Ricordo ancora quando tutto questo mi sembrava possibile. .... quando a questo credevo, quando su questo scherzavo. Quando e per quanto tempo me lo sono fatto andar bene.

Prima di ora non avevo realizzato davvero cosa può comportare uscire da una storia, in termini emotivi, certo, ma anche in termini fisici. Soprattutto se si tratta di un matrimonio. 

Quando crei un immagine perfetta di una relazione, quando vesti il tuo compagno coi panni del Principe Azzurro, il rischio è di non svegliarti mai. 

Si chiude una storia, per forza, (nel mio caso avremo anche un’udienza, giudice, avvocati per fortuna il mio è biondo ed è un ‘amica), ma non torni te stessa, non evolvi, finché non scegli di aprire gli occhi ed essere onesta circa ciò che era reale e ciò che hai forzato per far si che fosse.

E questo spesso fa paura, fa male, e richiede capacità di perdono.

Il perdono è l’unico sentimento con cui mettere assieme i cocci.

Nei molteplici traslochi emotivi del passato, non mi ero mai accorta dello scatolone con la scritta “cocci".

C’e sempre stato, come per tutti. Traumi, ricordi non processati, famiglia, delusioni, perdite. Tutti i cicli vita-morte-vita che fanno parte del ritmo universale ma a cui, se non diamo attenzione a tempo debito, diventano pesanti fardelli invisibili che non permettono di volare.

Non mi ero mai, MAI  fermata in vita mia. Non mi ero mai data il tempo di sedermici davanti a  quella scatola così vecchia, legata con uno spago consunto e piena di macchie d'umido.

Fino ad oggi. Che ho trovato l'appartamento perfetto.

Che è il luogo in cui posso avere una cabina armadio per la prima volta in vita mia.... Il luogo dove avrò una terrazza sui tetti, dove guardare il tramonto, bere il caffè la mattina con la coperta e Irene sulle gambe, finire una bottiglia di champagne in una sera d'estate con le amiche…curare le piante, salutare il giorno e la notte.

Per avere questo, so che dovrò per forza fermarmi a guardare cosa porto e cosa no, cosa tolgo e cosa no, quante scatole, quanto focus per far fronte a burocrazia e amministrazione. . 

Quanta paura potrebbe fare abbracciare questa nuova fase della crescita.

Vorrei pensare “la casa per sempre”, ma so che non è cosi. Per sempre è un tempo molto lungo.

Per adesso, sarebbe già un risultato.

Smontare un vecchio nido, per montarne uno nuovo, non perfetto, ma tutto mio.

Ricordando  mentre fai pulizia in ogni gesto, che lui non è più presente in questo passaggio della vita: e questo significa solo una cosa. 

Che non doveva esserci.

Perché non esiste uomo che va di pari passo con il momento in cui trovi l'appartamento perfetto! 

La TUA nuova casa.....

Lui è stato, casa, per un po, ma non lo è più. 

Oggi casa sono io.

E oggi gli unici uomini che hanno diritto di darmi una mano durante il grande esodo, (a parte i trasportatori essenziali, santi santissimi), sono mio papà e il mio miglior amico.

Quando trovi l'appartamento perfetto, dopo che il principe azzurro se n'è andato, quello è il primo momento vero che regali a te stessa per te stessa.

Una nuova storia d’amore, che cresce man mano che arredi e sistemi il tuo spazio esterno, cosi come quello interiore.

Qualcuno ha detto "Se hai costruito castelli in aria non è detto che tu debba abbandonarli....lasciali li.... e concentrati su come fare a costruire le fondamenta....con le tue mani!"

Una mia vecchia amica oggi mi ha mandato una foto.... vive con il fidanzato da 2 anni, una coppia giovane, ancora alle prese con affitti, lavori precari o attività da far partire....

La foto la ritrae di profilo, una piccola pancia, 5 mesi di attesa.

Le ho scritto qualcosa circa la mia emozione e gioia e lei  ha risposto che dobbiamo vederci presto ed ha aggiunto “perchè ragazze, qui si cresce"....

Crescere non è mai stato un processo equilibrato per me; mi sono mossa a zig zag, passi troppo lunghi, passi indietro, passi falsi. . . ed è anche un concetto che mi è stato propinato in situazioni in cui suonava più come un ammonimento che come una cosa buona.

Ma in questo momento, l'appartamento perfetto è la mia crescita. 

Io , l’adulta, mi prenderò cura della mia bimba interiore e insieme cercheremo un equilibrio attraverso tante cose, alcune nuove, altre che conosciamo bene, ma che è sempre importante ricordare, portarle con se, nel nuovo appartamento, come nella vita.

Io e il mio appartamento. 

Andremo bene, a patto che sappia prendermi tutta la responsabilità di ciò di cui entrambi abbiamo bisogno.

Compreso trovare il posto adeguato nel mio cuore e negli armadi, per famosa scatola con la scritta “cocci".


“I beg you, to have patience with everything unresolved in your heart and to try to love the questions themselves as if they were locked rooms or books written in a very foreign language. Don’t search for the answers, which could not be given to you now, because you would not be able to live them. And the point is to live everything. Live the questions now. Perhaps then, someday far in the future, you will gradually, without even noticing it, live your way into the answer.” 

Rainer Maria Rilke, Letters to a Young Poet

There was a rainy day, and that day a young woman was walking on the wet streets of her city.

She was looking down on her feet, that young woman, and she did not know, but she was searching for connection and rooting after having uprooted herself once again, like an oak swept away by the tornado.

That land could be one like all, because she had travelled and at that time still did not know that she would live in many places and put many roots, in the sea, on the mountains, on a fantastic island, in the jungle, far away, so far as to make the turn and go back.

I remember that young woman, and now that I look at her more closely, I realize that I have always known her. She was not yet ready to meet me.

To listen. But it would have been.

Today that I still move, but never more "forever" and that I am learning the sense of being at home within myself simply remembering that young woman does not seem casual.

Today that the world chooses not to recognize the excellent opportunity for cohesion and stability that the difficulties confront us, I find it necessary to go back, go back inside, remember who we were and be able to appreciate how far we have come.

That young woman and that girl, 8 years ago, deserves to be seen, listened to, consoled: today's woman deserves to be seen, listened to, praised.

On that young woman, on her sabotages, on her sensitivity and authenticity, I built the foundations for the person I am today.

It is not our job to feed the pains or dreams of people who were in the past with energies that we need in the present: but it is necessary to know how to see them, to honour them.

Yoga Tradition teaches us as Meditating is a space in which to reconnect all the pieces of our stories and personalities, landing into an area that goes beyond past, present and future.

It teaches us to reach that timeless space, where we can distinguish between the answers to the questions that we didn't have before and of which we are the living manifestation today and those answers that still have to arrive.

Naturally, for some things, it is not yet time to know.

But it's time to keep meditating.

Florence, February 2012 

When you finally feel at home by visiting the last apartment of your list, even if there is still nothing of yours inside, and it is arctic cold since the heating has been off for such a long time, in that precious moment you breathe THE sigh of relief.

A cathartic moment in which you perceive simplicity, lightness, a cosmic alignment as if this moment was waiting to be found, remembered.

And it's good to enjoy it because after 5 minutes the mind starts to wander between such thoughts like:

"what I should bring in and whatnot, what I take off and whatnot, how many boxes will be, what immense effort, the cancellation of the old bills, the new users, the cost increases that will affect. There will actually be more space, in this new flat, than where I am now .. .. will I feel comfortable as I am now? Do I really want it? And why do I want to change? " ....

And here it is.

Why to change?

You know that if you've been making boxes for months, you've been visiting houses for months, you've been sleeping out of your covers for months, it's because that wiser and eternal person inside you is telling you it's time to start living again...

But to get back to life it is necessary to face the real reason why you still haven't left a place you love, but that is no longer healthy: dismantling your home means dismantling all the pieces of what you were used to. Including relationships. ... "unplug the televisions, store the cables, the decoders, the blu ray, the Dolby system, the Apple TV and wifi server ... ... send back all the technological stuff that has marked his presence there." He was very proud of technology level he was able to provide, to create since he moved in with me, in my old flat.

As if for the first time outside the family, he had found his role in that house through that. First yours.

Then yours. It's not just a matter of having a role in the couple; it is a physical space that had not belonged to him until that moment, but in which he had been able to enter by bringing added value ... by building.

Men from this point of view are very pragmatic.

I still remember when all this always seemed possible to me. .... when I believed in this when I joked about it too. When and how much I made it go well.

Before now, I hadn't really realized what it can mean to get out of a love story, in emotional terms, of course, but also in real, material, names. Especially if it's a wedding. (Yes. A wedding.)

When you create the perfect image of a relationship, when you dress your partner in the role of the Charming Prince, the risk is never to wake up from your own daydream, till it becomes a daily nightmare.

A story ends, of course, (in my case we will also have a hearing, judge, lawyers, luckily mine is blond, and she is a friend). The thing is that you do not go back yourself, you don't really evolve until you choose to open your eyes and be honest about what was real and what you forced to make it.

And this often frightens, hurts, and requires forgiveness.

Forgiveness is the only feeling with which to put the pieces together.

In the many emotional moves of the past, I had never noticed the box with the word "shards". There has always been, as for everyone. Trauma, unprocessed memories, family, disappointments, losses.

All life-death-life cycles that are part of the universal rhythm but to which, if we do not pay attention in due course, they become heavy invisible burdens that do not allow to fly.

I was never, NEVER still, in my life. I had never given myself time to sit in front of that old box, tied with a worn string and full of damp spots. Until today.

That I found the perfect apartment. Which is the place where I can have a walk-in closet for the first time in my life... The place where I will have a terrace on the roofs, where to watch the sunset, drink coffee in the morning with the blanket and Irene on the legs, finish a bottle of champagne on a summer evening with friends ... take care of the plants, greet the day and night.

To have this, I know that I will have to stop and look at what I wear and what I don't, what I take off and what I don't, how many boxes, how much focus to deal with bureaucracy and administration.

How much fear this new phase of growth could embrace. I want to think "the house forever", but I know it's not like that. Forever is a very long time. For now, it would already be enough. Dismantle an old nest, to assemble a new one, not perfect, but all mine.

Remembering while cleaning, in every gesture, that he is no longer present in this passage of life: and this means only one thing. That was not supposed to be. Because no man goes hand in hand with the moment, you find the perfect apartment! YOUR new home .....

He has been home for a while, but he is no longer.

Today I am home. I was, and I will always be.

And today the only men who have the right to help me during the great exodus, (apart from the essential transporters, holy saints), are my dad and my best friend. When you find the perfect apartment, after the Charming Prince is gone, that is the first real moment that you elect yourself to yourself.

A new love story, which grows as you furnish and arrange your external space, as well as the internal one. Someone said, "If you built castles in the air, you don't have to abandon them .... leave them there ... and focus on how to build the foundations .... with your own hands!"

An old friend of mine today sent me a photo .... she has been living with her boyfriend for 2 years, a young couple, still struggling with rents, precarious jobs or activities to leave...

The photo shows her in profile, a small belly, 5 months of waiting. I wrote her something about my emotion and joy, and she replied that we must see each other soon and added: "Because we are growing fast in here, my girl!"

Growing up has never been a balanced process for me; I moved in zigzag, too long steps, back steps, missteps. . . and it is also a concept that was given to me in situations where it sounded more like a warning than a good thing.

But right now, the perfect apartment is my growth. I, the adult, will take care of my inner child and together we will seek a balance through many things, some new, others that we know well, but which is always important to remember, to bring them with you, in the new apartment, as in life.

Me and my apartment.

We will be fine, as long as I can take full responsibility for what we both need.

Including to find the right place in the heart and closets, for the famous box with the word "shard".

sara levi